Project Description

NU GUINEA presenta NUOVA NAPOLI LIVE BAND
08 agosto ore 22 @ Tempio di GIUNONE

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We recommend listening to Nuova Napoli while walking in the alleys of Naples’ historic center, around wet clothes hanging and street vendors on tiny three-wheelers
(Nu Guinea)

“Nuova Napoli” è un gioioso ritorno a casa. Concepito, studiato e partorito fuori casa: a Berlino. Che a sua volta è un “luogo di passaggio”, secondo Lucio Aquilina, fondatore del duo Nu Guinea insieme a Massimo Di Lena, con cui ha già condiviso le esperienze a nome LEM e TUFO, a metà tra minimal-techno e synth-funk con virate all’idm.

Ma facciamo un passo indietro: Aquilina e Di Lena vivono nella capitale tedesca dal 2014, anno in cui vede la luce la prima prova dei Nu Guinea: un Ep omonimo, diviso tra un impianto deep-house, screziature funk e coloriture quartomondiste. Poi arriva a ruota “World Ep” (2015), in cui la loro vena world-music confluisce in una disco tribale che svetta nel brano “Exotica Dance Club”. Del 2016 è invece “The Tony Allen Experiments”, terzo volume della serie “Afrobeat Makers” – curata dalla parigina Comet Records – in cui Aquilina e Di Lena si cimentano nella tessitura di sontuose trame jazz-funk e fusion che avvolgono i pattern di batteria di Tony Allen (un laconico “very good” sarà l’approvazione del maestro dell’afrobeat). A quel punto, i due decidono di mettere in piedi la loro personale etichetta, la NG Records, che inaugura il catalogo con “Amore” (2017), rilettura in chiave funk misto latin-jazz della prima hit dei Chrisma.

E siamo finalmente a “Nuova Napoli”, secondo titolo della NG e folgorante esempio del legame tra uomo e topos. Con la voglia di raccontare una rinnovata “Neapolis”, i Nostri si servono di un sound, per così dire, “datato”: quello che abbraccia i decenni 70 e 80, culla di mille progetti tra cui Napoli Centrale di James Senese e Franco Del Prete (entrambi reduci degli “Showmen”) e Tullio De Piscopo Revolt Group – tra le decine di band fondate dal Tullio nazionale – che nel 1976 sganciò la bomba jazz-rock “Sotto e ‘ncoppa”. Per non parlare, poi, del Toni Esposito da “Rosso napoletano” a “La banda del sole” e del Pino Daniele da “Terra mia” a “Vai mo’”. Artisti che hanno rappresentato l’evoluzione più sanguigna del carrozzone prog partenopeo, connotato da una naturale vocazione teatrale perpetuata da sigle come Osanna, Città Frontale, Il balletto di bronzo e da “lupi solitari” come Alan Sorrenti, che ha elargito al mondo “Aria” e “Come un vecchio incensiere all’alba di un villaggio deserto”.

L’amore viscerale del duo per questa tradizione sonora multiculturale trasuda fin dalla traccia d’apertura, l’omonima “Nuova Napoli”, perla jazz-funk al ralenti affetta da un sensuale strabismo divergente, con un occhio che guarda al passato e l’altro puntato su un futuro trasognato e amorfo, intriso di radioattiva psichedelia. La voce di Fabiana Martone arriva a scuotere i timpani con il testo di “Je vulesse”, estratto della poesia “Je vulesse truvà pace” di Eduardo De Filippo, addosso al quale Di Lena e Aquilina cuciono un vorticoso drappo funk impreziosito da arabeschi fusion al cui fascino è impossibile sottrarsi. E poi c’è “Dddoje facce” che, fra tastiere avvolgenti, piroette di sax e atmosfere latineggianti, sembra riemergere, dopo 38 anni, dalla scaletta di “Nero a metà”.

Il morbido soul-funk di “Disco sole” illumina il lato B di “Nuova Napoli”, lasciandosi contaminare da influenze easy-listening degne della ditta “Jay Richford & Gary Stevan” e della sua meteora “Feelings”. Afflati ipnagogici à-la Toro Y Moi riecheggiano, invece, nelle trame di “Stann fore”, il cui protagonista sembra un po’ riprendere le vicissitudini e il pensiero de “’o pazzo” decantato nel 1979 da Pino Daniele.
Nelle ultime due tracce dell’album, Martone torna a fare “A voce ‘e Napule”, muovendosi lentamente tra effluvi lo-fi in stile Peaking Lights e avventurandosi nel jazz-rock di “Parev’ ajere”, adattamento in salsa partenopea di “Mr. Business” dei francesi Edition Spéciale.

Ascoltando e riascoltando un album così ricco come “Nuova Napoli”, non vale la pena chiedersi se si tratti o meno di una delle migliori uscite italiane del 2018. Perché è sicuramente tra le più apprezzabili del genere degli ultimi dieci anni. E tra le più notevoli dei prossimi dieci almeno.

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